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“Sfavorevolmente conosciuto…”


Attenzione, attenzione! Viviamo ancora nel Medioevo…

Ieri mattina pensavo di entrare in una banca e invece…
Senti cosa mi è capitato: avevo un assegno da cambiare (“copertissimo”) e non c’è stato verso di avere il denaro in cambio. Ora, tanto per capirci (e perché potrebbe capitare a chiunque) ti informo su come sono andati i fatti:
arrivato alla cassa mi sento rispondere, dall’impiegata di una titolata banca nazionale con sportello a Roseto degli Abruzzi: “l’assegno non glielo posso cambiare, chiedo al direttore”, aspetto qualche minuto e torna confermando che non è possibile eseguire l’operazione come annunciato…
Chiedo, insieme ad un mio amico (Massimo) di essere ricevuto dal direttore (di cui non faccio Nome e Cognome ma solo le iniziali: A. P.) che riafferma quello che aveva detto poco prima la sua cassiera, aggiungendo “perché non so se sul conto sono presenti i fondi, né se la firma è regolare“. “Non ho possibilità di controllare lo specimen…” (La sottoscrizione dell’emittente:
è la firma autografa che deve corrispondere a quella depositata in banca) e “Lei non è favorevolmente conosciuto…” Mah!
Chiedo di telefonare alla filiale della banca emittente ed informarsi sulla solvibilità del traente.
Ma il direttore ha evitato di farlo giustificandosi che sono “le procedure interne della banca non consentono questo tipo di indagine…” Si è capito, alla fine, che è solo una norma interna, dell’istituto bancario in questione, per impedire che vengano pagati assegni emessi (la stessa banca che ha emesso l’assegno) a chi non possiede un conto. Quando mi ha detto che non ero persona “favorevolmente conosciuta” ho fatto notare che avevo con me un documento rilasciato dallo Stato Italiano e che quel documento “avrebbe potuto garantire” (!) riguardo al mio Status civile… Ma mi ha detto che non importava il documento (perché poteva essere falso…!!!) e neanche l’assegno (ripeto: della sua stessa banca!) che avevo in mano. Ho aggiunto che oltre a non dare credito ad un documento dello Stato (ma forse le Banche sono superiori e se ne infischiano…!) non accettava neanche un assegno della stessa banca per la quale lavora…
Non si sarà fidato…?!!!
La storia si è conclusa così: la banca ha chiamato il sottoscritto alle 8,36 di questa mattina (neanche 24 ore dopo la richiesta; inoltrata alle ore 12,45 di ieri) e ha cambiato l’assegno senza caricare nessun costo contro le spese e i giorni di valuta di chi possiede un c/c…
L’episodio si presta ad una riflessione: un comportamento di questo genere svuota, il titolo, completamente della sua natura di strumento di pagamento alternativo al contante.
Oltretutto, c’è da chiedersi se oltre alle regole interne di questo Istituto, ci sia una qualche legge che obblighi un cittadino in possesso di un assegno ad aprirsi un conto per riscuoterlo.
Una seconda riflessione riguarda i processi tecnologici delle banche: possibile che nel 2007 in Italia non ci sia un sistema informativo che metta in collegamento le sedi di uno stesso gruppo e permetta di controllare in tempo reale la presenza di fondi sul conto dal quale devono essere prelevati?
Siamo o no nel Medioevo?
Non è un buon segnale che un gruppo come quello in questione sia privo di un sistema che renda possibile il controllo immediato tra filiali di un c/c, in situazioni come quella che mi è capitata ieri mattina. È auspicabile un sistema di accesso e visualizzazione delle firme legate ai conti, che possa rendere snello un controllo in tempo reale della validità degli assegni.
Capisco la necessità delle banche di tutelarsi rispetto ad eventuali truffe (come faceva osservare il direttore A. P.), capisco molto meno la scelta di rimuovere il problema all’origine, evitando di fornire un servizio e ostruendo delle possibilità a chi si trova in fila come potenziale cliente, piuttosto che adottare gli strumenti tecnologici e di buon senso per risolverlo. Una soluzione che vede ancora una volta l’utente finale pagare il conto per la scarsa lungimiranza e disponibilità degli interlocutori bancari.
A tal riguardo ci siamo rivolti ad un consulente finanziario esterno (Ercole Valle – “Capital Fin Consult”) che ci ha illuminato, svelandoci che per chi non intrattiene rapporti con le banche è costretto, suo malgrado, ad aprire un rapporto bancario (o di deposito) per quello strettissimo periodo dell’incasso dell’assegno, evidentemente solo a vantaggio dell’istituto di credito con altissimi costi di gestione e chiusura conto. In conclusione, la storia ha avuto buon fine grazie alla disponibilità del direttore che ha dichiarato che la sua filiale è disposta a cambiare tutti i titoli che presentano la stessa problematica. Ovviamente non diciamo pubblicamente quale banca offre questo servizio ma siamo disposti a girare la disponibilità del direttore (A. P.) a chi volesse saperne di più… Mediante la nostra intercessione… la banca di cui sopra da “sfavorevolmente conosciuta”…. diviene ”favorevolmente conosciuta”…!!!

Abbiate gioia

Giannicola De Antoniis

PS: leggi un vecchio articolo su disinformazione.it

Giannicola De Antoniis:
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