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Il linguaggio E-Prime

Oggi mi faccio aiutare dall´amica, collega, artista, visionaria, eccentrica, unica Astrid Morganne per conoscere uno degli argomenti centrali della vita di ognuno… e che la NS (Neuro-Semantica, con il Dr. Michael Hall) cerca di osservare con estrema passione e attenzione.

Grazie Astrid e complimenti per l´articolo.
Quanto a noi… Ognuno come puó!
Abbi gioia
Giannicola

Nel 1933, in “Scienza e Sanità”, Alfred Korzybski propose di abolire lo “è di identità” dalla lingua inglese. “Questo “è di identità” prende forma in “X è Y” [A=B], come per esempio in “Giuseppe è un comunista”, “Maria è un’impiegata ottusa”, “l’universo è una macchina gigantesca”, ecc.

Nel 1949 David Bourland Jr. propose l’abolizione di tutte le forme del verbo “essere” e chiamò questa proposta (la lingua inglese senza il verbo “essere”) E-Prime, abbreviazione di English Prime.

Alcuni scienziati, tra i quali Albert Ellis e E.W. Kellogg, hanno provato a scrivere in E-Prime. Bourland racconta di alcuni casi in cui gli studi di “sombunall members”* di un gruppo di ricercatori divennero improvvisamente accettabili e assunsero un senso, appena riscritti in E-Prime. In generale tuttavia, E-Prime non ha ancora preso piede negli ambienti dotti e neppure nel linguaggio popolare.

[* “sombunall” – neologismo: ‘Some but not all’ (“Alcuni ma non tutti”), così definito da Robert Anton Wilson nel suo libro “Quantum Psychology”]

Da notare che la maggior parte dei fisici scrive in E-Prime in ogni caso, a causa dell’influenza dell’Operazionismo, la filosofia che ci dice di definire le cose dall’operazione eseguita; ma pochi hanno una qualche consapevolezza di E-Prime come disciplina e molti di essi scivolano in affermazioni che usano il verbo “essere” troppo di frequente, confondendo così se stessi ed i lettori.
Giannicola De Antoniis:

Visualizza commenti (1)

  • Bè, mi sembra interessante. E se ci mettessimo qualche esempio giusto per capire un po' meglio?

    Giancarlo

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