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Evitate collaboratori mediocri, svelano le vostre debolezze (F. Alberoni)

Articolo tratto da IL CORRIERE DELLA SERA del 30 nov 09
E’ impressionante vedere il cambia­mento che avviene in alcune perso­ne quando, partendo da una condizione modesta, arrivano a posizioni elevate di fama, di ricchezza e di potere. Ricordo un bidello che ogni giorno mi fermava per lamentarsi della sua salute, dei guai di sua moglie e dei suoi figli. Quando è stato fatto capo bidello non mi ha più fer­mato ma si è messo subito ad angariare i bidelli che dipendevano da lui. Ho visto episodi simili fra gli operai e gli impiega­ti. Non parliamo poi del campo politico. Prima delle elezioni alcuni politici ti salu­tano calorosamente e manca poco che ti abbraccino. Poi, appena ottenuta una ca­rica, diventano inavvicinabili. Alcuni non si fanno più trovare al telefono e non rispondono alle lettere. Col tempo ho capito che agiscono in questo modo perché sono convinti che il potere sia fondato sulla paura. Agli ini­zi della loro carriera invidiano i loro su­periori. Li temono e, per ingraziarseli, si comportano in modo ossequioso, ser­vile e talvolta, come il mio lamentoso bi­dello, cercando di impietosirli. Però, se li osservate bene, vi accorgerete che, nel profondo, sono pretenziosi ed avidi.

Non si fidano dei colleghi, non li rispet­tano, li considerano dei concorrenti. Al­cuni, nei dipendenti vedono solo indivi­dui invidiosi ed ostili che si comportano con deferenza solo per paura. Ecco per­ché quando salgono di grado diventano autoritari e dispotici: si sentono sicuri solo quando i loro sottoposti ubbidisco­no tremando. Se ottengono cariche an­cora più elevate vedono dappertutto dei rivali e perciò scelgono soltanto collabo­ratori mediocri che dicono sempre di sì. Per nostra fortuna vi sono anche indi­vidui che si comportano nel modo oppo­sto. Sono quelli che concepiscono il pote­re come leadership fondata sulla creati­vità, il merito e la capacità di ottenere risultati. Alcuni, quando sono all’inizio della carriera, a differenza dei primi non hanno paura perché sono sicuri di se stessi e delle proprie potenzialità, e desiderano solo potersi esprimere, po­ter mostrare ciò che sono capaci di fare. Raggiunto il potere, non vedono in colo­ro che hanno talento dei potenziali av­versari, anzi cercano dei collaboratori di valore e si circondano di esperti, di uomini di cultura, di artisti a cui chie­dono giudizi, suggerimenti. I primi non hanno altra meta che aumentare il loro potere, mentre i veri leader hanno degli ideali, dei sogni e raccolgono attorno a sé tutti coloro che vogliono condividerli per realizzarli insieme.

Francesco Alberoni

Giannicola De Antoniis:
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